Tra le molte definizioni che gli studiosi hanno dato dell'orientamento, citiamo quella del Congresso dell'Unesco del 1970: “orientare significa porre l'individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire, con i suoi studi e la sua professione, in relazione alle mutevoli esigenze della vita, con il duplice scopo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona umana”.
L'orientamento, dunque, è quel processo che si manifesta quando l'individuo è chiamato a fare una scelta. Per questo l’orientamento è parte fondamentale di ogni percorso educativo di istruzione e formazione e ne condiziona il successo. L’orientamento durante il percorso dell’Istruzione professionale può essere in entrata e in uscita. I percorsi di Istruzione professionale prevedono un biennio unitario e un triennio finalizzato ad approfondire la formazione dello studente secondo le possibili declinazioni dell’indirizzo specifico. Alla fine del biennio unitario grazie all’orientamento in entrata gli allievi possono fare la loro scelta che prevede i seguenti indirizzi di studio:
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, Articolazioni: “Enogastronomia”, “Servizi di sala e di vendita” e “Accoglienza turistica”.
L’orientamento in uscita, invece, permette all’allievo di programmare cosa fare ultimato il percorso scolastico: iscriversi a una facoltà universitaria o intraprendere la professione alberghiera.
Non essere orientati significa affidarsi al caso, non dare valore a ciò che si è e che si fa, non essere in grado di operare delle scelte e quindi di vivere e crescere su esperienze proprie e significative.
È per questo che il nostro sistema educativo d’istruzione e formazione pone l’accento sulla valenza dell’orientamento, modulato secondo le diverse fasi evolutive della crescita, affinché ognuno raggiunga la capacità di auto orientarsi e acquisisca la capacità di considerare il proprio processo di apprendimento come una facoltà che non si esaurisce nella scuola, nei percorsi di apprendimento formali, o che riguarda un’età, ma che coinvolge ogni momento della propria vita e tutta la sua durata.
Con la legge 107/2015, questo nuovo approccio alla didattica, rivolto a tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno, prevede obbligatoriamente un percorso di orientamento utile ai ragazzi nella scelta che dovranno fare una volta terminato il percorso di studio.
L’Alternanza scuola lavoro, oggi rinominata P.C.T.O “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, è stata introdotta con la legge n. 107 del 2015 nell’ottica di adottare buone prassi mutuate dall’ambito europeo e coniugarle con le specificità del tessuto produttivo ed il contesto socio-culturale italiano. Si tratta di una modalità didattica che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.
L’obiettivo del P.C.T.O. è di avvicinare e far coesistere due realtà: il mondo scolastico e quello esperienziale nel campo del lavoro. Permette di sperimentare sul campo le competenze acquisite in aula e viceversa (sfruttare le esperienze del lavoro valorizzandole in classe). In questo modo viene favorito l’inserimento dei giovani in una dimensione organizzativa funzionante ed esterna alla vita scolastica estendendo le esperienze.
Quindi l’orientamento è importante perché permette all’allievo di scegliere il proprio progetto di vita in base alle proprie aspirazioni e attitudini professionali.
Antonio Faracca, socio e membro del consiglio " FIB per scuole"
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